Noi, Tessitori Sociali

Il Key Note speech di Toni Muzi Falconi al Salone della CSR e dellì’Innovazione Sociale 2020, focalizzato su Sussidiarietà, Capitale Sociale e sul ruolo dei relatori pubblici come Tessitori Sociali.

Ringrazio TMF per la citazione, mi permetto di aggiungere ai menzionati anche Massimo Alesii che ha ispirato la Task Force Ferpi in Emilia, con il suo esempio ed analisi post-terremoto de L’Aquila 2009, e tutto il lavoro su Disastri Naturali e Comunicazione Responsabile che poi sono sfociati nella Carta di Rieti.

Carpe Diem [Trote Gnam!]. Febbraio Primo Mese dell’Etica nelle Relazioni Pubbliche.

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Global Alliance ha designato febbraio 2020 come il primo mese dell’Etica nelle Relazioni Pubbliche.

Non è un argomento facile né ritenuto molto interessante da tanti colleghi. In realtà è proprio la dimensione dell’Etica (che io definirei in maniera più laica Responsabilità) che oggi può permetterci di fare la differenza con i tanti che praticano la comunicazione irresponsabilmente.

Si tratta di quella Responsabilità, ben chiarita nel Melbourne Mandate, nei confronti di noi stessi, dell’organizzazione per cui lavoriamo, della comunità professionale e della società in senso più ampio.

Una responsabilità multidimensionale che spesso ci pone di fronte a dilemmi (etici) professionali, ma che ci richiama anche a confrontarci con i nostri stakeholder per discuterne e parlarne.

Mi piacerebbe da questo punto di vista che il tema della #ComunicazioneResponsabile (o meglio ancora delle #RPResponsabili) venisse discusso. Credo ad esempio che mai come oggi sia sotto gli occhi di tutti quanto possa divenire centrale nella gestione di una crisi come quella legata al CoronaVirus, dove a causa di una gestione irresponsabile assistiamo a:

  • gestione della crisi tardiva e diffusione dell’epidemia;
  • colpevolizzazione del popolo cinese e quindi razzismo e xenofobia;
  • scarsa informazione nell’opinione pubblica, anche provocata da una comunicazione delle organizzazioni medico-scientifiche non abbastanza efficaci.

Siccome crisi (pandemie/epidemie) come quella di oggi, è presumibile che accadano sempre più di frequente, è bene che si definiscano linee guida e comportamenti responsabili. Cogliamo l’opportunità offerta dal mese dell’Etica nelle RP per mettere al centro il tema. In questo senso non posso non riproporre ai colleghi la Carta di Rieti, che indica appunto 9 aree di riflessione nella comunicazione in caso di disastri naturale, ma che ben si adattano anche nel caso di epidemie.

Tre anni dopo. Una Carta in più

copertina Call to actionDomani sarà il terzo anniversario del terremoto del centro-Italia. In realtà si tratterà del terzo anniversario della prima scossa di una serie di terremoti che hanno sconvolto il centro-Italia tra agosto 2016 e gennaio 2017.

I reportage che hanno cominciato a circolare in questi giorni sui mezzi di informazione, si focalizzano principalmente su ciò che non ha funzionato: si tratta del “topos” mediatico per eccellenza nel racconto dei disastri naturali. La mancata ricostruzione, le inefficienze dell’ “apparato statale”, le comunità disgregate, e così via…

La narrazione positiva dei territori, ciò che è stato invece realizzato e i risultati ottenuti, tende invece a scomparire. L’ovvia motivazione è che la “bad news” è una good news in termini di audience, o si presume lo sia: è la stampa bellezza!

Tuttavia per controbilanciare questa narrazione, una responsabilità cruciale tocca a chi deve mettere in moto questa narrazione positiva che, come abbiamo visto nel caso del terremoto dell’Emilia, ha la capacità di:

  • stimolando lo spirito di emulazione, innescare una spirale positiva nelle comunità colpite e incoraggiare la resilienza;
  • consolidare o migliorare addirittura la brand awareness e la reputazione di un territorio (esempio del Distretto Biomedicale) attraendo così ulteriori investimenti
  • alimentare il capitale sociale, come abbiamo cercato di dimostrare nel paper presentato a BledCom all’inizio di luglio.

 

Dal punto di vista delle relazioni pubbliche, uno degli aspetti positivi nella fase di ricostruzione immateriale post-terremoto centro-Italia è stato lo sforzo di riflessione, insieme a tanti colleghi e soggetti attivi del territorio (soprattutto la Diocesi di Rieti) e non solo, che ha dato origine alla Carta di Rieti.cartadirieti

Non dimentichiamo poi la nascita di community come TerremotoCentroItalia o le altre esperienze di promozione di una cultura della resilienza, come quella promossa ad esempio dall’ANA a Campotosto (cfr. sotto il post di Massimo Alesii) nell’aprile del 2018.

Quindi dal punto di vista dei comunicatori e dei relatori pubblici, che diventi questo anniversario un’opportunità per diffondere l’approccio alla #ComunicazioneResponsabile nei #DisastriNaturali. Con la Carta di Rieti abbiamo una carta in più da giocare.