SustainabItaly.blog è online!

Sono molto orgoglioso che il sito SustanabItaly.blog, project work degli studenti di English for Corporate Communication 2022-2023 del COMPASS, sia andato online, grazie al lavoro di StudioKiro e Comm to Action.

Trenta studenti frequentanti dell’ultimo anno della magistrale COMPASS hanno lavorato per diverse settimane su questo progetto: ognuno di loro ha scelto un’organizzazione per presentarla in inglese sul portale con un focus specifico sulla sostenibilità, costruendo parallelamente una strategia di comunicazione verso i decisori europei.

Comunicare responsabilmente nei disastri per riflettere, per reagire, per agire.

Anche quest’anno si è consumato un disastro naturale di grandi dimensioni in Italia (peraltro nelle mie zone) come praticamente ogni anno accade alle nostre latitudini tra terremoti, incendi, alluvioni, frane, siccità ed altri fenomeni calamitosi. Proprio 11 anni fa si verificava la prima scossa di quello che divenne poi il terremoto in Emilia e che mi portò insieme ad altri colleghi e colleghe ad indagare il ruolo che relazioni pubbliche e comunicazione possono avere in questi contesti (cfr. Disastri Naturali. Una comunicazione responsabile? Martello, Oppi) fino alla realizzazione della Carta di Rieti per la comunicazione responsabile nei disastri naturali (Martello, Oppi, Pompili).

Emilia 2012 e Romagna 2023. Due eventi totalmente diversi per natura e dinamica: uno un terremoto nell’area dell’Emilia, l’altro quello di questi giorni un diluvio che causa alluvioni e frane in Romagna e sull’Appennino emiliano-romagnolo. Due eventi che però, a causa della forte presenza antropica, provocano le stesse conseguenze sulle comunità locali: morte, evacuazioni, distruzione di abitazioni, danneggiamenti immani ad attività economiche e sociali, profonde lacerazioni nel tessuto delle comunità.

Undici anni fa le comunità locali, supportate da Protezione Civile Regione e tanta solidarietà, riuscirono nella ripartenza economica ma soprattutto nella rigenerazione di un capitale sociale e relazionale (cfr. capitolo dedicato al tema nel volume #Passione Comunicazione, Biagio Oppi, download gratuito da BUP scaturito dalle analisi di Toni Muzi Falconi e Massimo Alesii ) che furono in grado di affrontare a livello sistemico ricostruzione e rilancio economico del territorio con alcuni casi come quello del Biomedicale modenese eccezionali (cfr. sito Collettiva di CGIL e Distretto Biomedicale). Non tutto perfetto, ma un esito quanto mai positivo a fronte purtroppo di morti, distruzione e danni enormi. Non lo stesso si verificò in Centro Italia e per l’Aquila tanti problemi cominciarono ad essere superati quando le comunità poterono tornare ad essere protagoniste del proprio destino.

Siamo ancora in piena emergenza in Romagna e quindi è ancora presto per parlare di rilancio. Ma – da comunicatore dico – la retorica della ripartenza è necessaria e opportuna. Fu nel caso del terremoto dell’Emilia un motore di energia incessante in grado di guidare le comunità, di realizzare sforzi inimmaginabili, di tenere desta l’attenzione degli stakeholder, di attrarre fondi e risorse che furono poi impiegati per ricostruire. Meglio e in maniera più efficiente, da un punto di vista di sicurezza, di impatto ecologico e di produttività nella maggior parte dei casi.

Cosa possiamo fare oggi per essere utili noi professionisti della comunicazione e delle relazioni pubbliche?

Sicuramente possiamo aiutare in maniera concreta offrendo e raccogliendo risorse economiche.

Possiamo fare sensibilizzazione, diffondendo link e segnalazioni di raccolte fondi serie ad amici, conoscenti, colleghi di altre zone e altri Paesi.

Possiamo però soprattutto cercare di portare una riflessione strategica su vari aspetti della questione, anche solo seguendo le tre macrofasi delle crisi:

  • prevenzione: come farla, come sensibilizzare stakeholder e popolazioni, come promuoivere l’utilizzo di strumenti di prevenzione del rischio, ecc
  • gestione dell’emergenza: corretta distribuzione dell’infoirmazione, costruzione di piattaforme di comunciazione a due vie efficaci ed inclusive, ascolto delle popolazioni
  • ripresa con l’elaborazione di strategie condivise di ricostruzione sociale ed economica, cui le relazioni pubbliche e la comunicazione non possono esimersi e soprattutto cui possono contribuire in maniera molto positiva e impattante (cfr. caso terremoto Emilia).

Come farlo?

  • Evitando protagonismi, polemiche, divisismi, antipaticismi
  • Essendo inclusivi e partecipativi
  • Ascoltando le esigenze dei vari attori
  • Essendo pronti e flessibili a sufficienza per adattare il nostro comportamento a nuove esigenze e nuovi bisogni
  • Monitorando ciò che accade e come viene raccontato
  • Comunicando in maniera responsabile
  • Pensando e agendo globale

E costruendo una coalizione di interessi economici -politici – sociali?

Più si legge dell’inerzia e dei tentennamenti nelle politiche e negli investimenti a favore dell’ambiente, più mi convinco che potremmo essere utili nel creare un grande movimento di advocacy e di interesse. Accanto all’industria e alla ricerca pro-svolta green, si potrebbe coalizzare una alleanza di produttori e fornitori di tecnologie avanzate, assicurazioni, infrastrutture.

Riprogettare il territorio italiano coinvolgerebbe una quantità di soggetti e la necessità di tante diverse competenze e capacità. Pensiamoci.

Quando farlo?

Subito! Facciamolo in fretta

Un gruppo di colleghi guidati dall’amico e mentor Massimo Alesii portarono la Ferpi Task Force per l’Emilia a Mirandola dopo qualche settimana a parlare con i comunicatori locali. Da lì partimmo insieme per un lungo viaggio, che a quanto pare non può e non deve fermarsi.

20 maggio. Appunti da ampliare, strutturare e finalizzare

5 WHYs: una tecnica semplice per definire un Purpose efficace

Ho appena letto questo post A simple technique for finding purpose, scritto da Sarah Browning, sul magazine Influence di CIPR UK .

Nei giorni scorsi avevo letto la stessa tecnica dei 5 WHYs per individuarne uno ancor più potente su un libro che sto leggendo quando trovo il tempo, Change Their Mind di Simon Horton

Bibliografia per Comunicazione di Crisi (testi in inglese)

bibliografia sulla comunicazione di crisi:

  1. Coombs, W. T. (2014). Ongoing crisis communication: Planning, managing, and responding. Sage Publications.
  2. Fearn-Banks, K. (2019). Crisis communications: A casebook approach. Routledge.
  3. Ulmer, R. R., Sellnow, T. L., & Seeger, M. W. (2017). Effective crisis communication: Moving from crisis to opportunity. Sage Publications.
  4. Seeger, M. W. (2019). Crisis communication and the public health. Sage Publications.
  5. Hearit, K. M. (2019). Crisis management by apology: Corporate response to allegations of wrongdoing. Routledge.
  6. Frandsen, F., & Johansen, W. (2019). Crisis communication: Theory and practice. Routledge.
  7. Coombs, W. T., & Holladay, S. J. (2012). The handbook of crisis communication. John Wiley & Sons.
  8. Le, T. T., & Sabatini, L. (2019). Risk communication and disaster preparedness in Asia. Springer.
  9. Kim, Y., & Cameron, G. T. (2011). Emotion and crisis communication. Routledge.
  10. Boin, A., ‘t Hart, P., Stern, E., & Sundelius, B. (2017). The politics of crisis management: Public leadership under pressure. Cambridge University Press.

Cosa sono le #BlackPR? Chiedo per un amico, alcuni amici…


“Le #BlackPR sono tecniche di #relazionipubbliche negative che vengono utilizzate per danneggiare la reputazione di una persona, di un’azienda o di un’organizzazione non profit, come ad esempio un’associazione.
Queste tecniche possono includere la diffusione di false informazioni, la pubblicazione di commenti negativi sui social media, la creazione di siti web o forum per diffondere informazioni negative e altro.
L’obiettivo delle black PR è solitamente quello di influenzare l’opinione pubblica e di danneggiare la reputazione di una persona o dell’organizzazione presa di mira.
È importante notare che le black PR sono illegali in molti paesi e possono avere conseguenze negative per coloro che le utilizzano.”

🙏E fino qui era ChatGPT che ringrazio, ma aggiungo un paio di notazioni per chi non fosse particolarmente accorto e intuitivo… ✍

Soprattutto è importante ricordare che l’utilizzo di tecniche di #BlackPR è #censurato dai codici etici dei professionisti di comunicazione e relazioni pubbliche ed è condannato dai principali testi di riferimento della nostra professione.


👉Chi pratica queste tecniche agisce al di fuori della #ComunicazioneResponsabile e dell’etica professionale.
👉Chi le pratica porta discredito alla professione e alla comunità professionale.
👉Chi le pratica fa un danno alla #società, a se stesso come presunto professionista, e alle #organizzazione per cui esso lavora o appartiene.
Non mi pare ci sia da aggiungere altro, ma rimango a disposizione.
🙈🙉🙊

Come utilizzare ChatGpt nel lavoro di comunicatore

Ci sono diversi modi in cui puoi sfruttare ChatGPT per il mestiere di comunicatore:

  1. Generazione di contenuti: ChatGPT può essere utilizzato per generare testo automaticamente, il che può essere utile per la creazione di articoli, post per i social media, bozze di email e altri tipi di contenuti.
  2. Creazione di script: ChatGPT può essere utilizzato per generare bozze di script per video o audio, o per generare idee per la stesura di un copione.
  3. Risposta automatica: ChatGPT può essere utilizzato per creare un sistema di risposta automatica per chatbot o per generare risposte predefinite a domande frequenti.
  4. Analisi del sentiment: ChatGPT può essere utilizzato per analizzare il sentiment di un testo. Ciò può essere utile per monitorare la percezione del pubblico riguardo ad un argomento specifico o ad un’azienda.
  5. Sintesi di testo: ChatGPT può essere utilizzato per generare un riassunto di un testo lungo in modo da rendere più facile per i lettori comprendere l’essenza del contenuto.

Per utilizzare ChatGPT per il tuo lavoro di comunicatore, è possibile utilizzare un’API per accedere al modello e utilizzarlo per generare testo automaticamente o per analizzare il sentiment. Inoltre, è possibile utilizzare un’interfaccia di programmazione per creare un’applicazione personalizzata che utilizzi ChatGPT.

Grazie ChatGpt!

Propaganda & Spin

L’enorme sforzo propagandistico russo presenta in particolare sulle TV una contro-narrativa totalmente alternativa alla realtà per decine di milioni di telespettatori russi, utilizzando abilmente clip da notiziari americani, social media di destra e fonti di informazione cinesi.

Un bell’articolo del New York Times:

“Oltre alla macchina politica di ciò che opera direttamente il Cremlino, V.G.T.R.K. è la seconda parte più importante della propaganda in Russia”, ha affermato Vasily Gatov, ricercatore sui media russi presso l’Annenberg Center on Communication Leadership and Policy della University of Southern California.

Sporche lobby?

Lo scandalo Qatargate riporta all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica l’intreccio tra politica, rappresentanza degli interessi, trasparenza.

Bell’articolo su Il Post che si interroga su parlamento Europeo e Lobby:

https://www.ilpost.it/2022/12/13/parlamento-europeo-lobby/?homepagePosition=2

Il lavoro di un lobbista ha come obiettivo costruire relazioni con persone che lavorano all’interno delle istituzioni, che siano parlamentari o altre figure, per portare avanti gli interessi del proprio datore di lavoro.
Ognuno ha i suoi metodi: lunghi corteggiamenti tramite lusinghe, invio di documenti o incontri concordati, oppure appostamenti fuori dall’ufficio o dall’aula per tampinare la persona che si vuole influenzare.

Lobby e/o Advocacy

Negli ultimi anni ho accettato come tanti il mantra che le relazioni istituzionali dovessero diventare più trasparenti ed evolvere verso l’advocacy, affiancando quindi all’attività di lobby, un’attività sempre più esplicita di comunicazione e – nella contemporaneità 3.0 – di campagne di engagement degli stakeholder tramite i social media.

Tuttavia comincio a dubitare che questo assunto debba essere dato per scontato e accettato.

Trovo anzi che spesso sia divenuto un paravento con cui camuffare campagne di public affairs poco efficaci. Mi sbaglio?