The Red Side of Change

cover-methodos-lowNon sono un appassionato di libri d’impresa e solitamente ne leggo pochi, ma quelli che hanno a che fare con società di comunicazione/relazioni pubbliche/ pubblicità o personaggi di queste discipline mi interessano da sempre.

Sto leggendo, grazie alla mia ex-collega Carlotta Menghini, The Red Side of Change – Storia di una società fatta per cambiare di Francesco SamoréEd. EGEA-SDA Bocconi. (casa editrice d’eccellenza, ma cui suggerirei di farsi indicizzare un po’ meglio sui motori di ricerca) che racconta 40 anni di storia di Methodos S.p.A. la società di consulenza fondata da Giorgio dal mare e Toni Muzi Falconi.

Oltre al percorso di uomini e donne di grandissime competenze e intelligenze che il libro racconta, sto trovando interessantissimo il percorso sull’evoluzione della comunicazione interna da un lato e tutta la sezione di change management. Se vi capita, merita.

Scheda: Un viaggio. Una storia che racconta in che modo le aziende - e la società italiana tutta - sono state e sono in grado di interpretare il contesto nel quale operano, di evolvere, di cambiare. Nell'opera trovano voce grandi organizzazioni italiane e internazionali che hanno percorso questo viaggio anche con Methodos, società di consulenza che compie 40 anni e che nel cambiamento definisce la propria essenza. Donne e uomini, imprese che hanno lavorato anche cogliendo in anticipo i trend di scenario, le dinamiche che le hanno coinvolte, i macro-temi che hanno definito e definiscono il loro "fare business". Questo cammino condiviso descrive come macro aree tipiche del mondo organizzativo - tra le quali leadership, learning organization, comunicazione, cultura! change management, stakeholder governance - si siano evolute e segnino la trasformazione del contesto nel tempo: anni Ottanta, anni Novanta, primi Duemila, l'oggi. Con uno sguardo già proiettato al futuro. Nella storia di Methodos e di tutta la nostra società. Prefazione di Carlo Alberto Carnevale Maffè.

 

7 anni fa il #TerremotoEmilia. Oggi è tempo di un nuovo impegno per tutti noi

Sono passati 7 anni dalla prima scossa del Terremoto d’Emilia, che nel 2012 colpì l’area nord di Modena, e le province di Ferrara, Bologna, Mantova e Reggio Emilia.copertina 1 edizione

Dal punto di vista della #comunicazione il Terremoto dell’Emilia, grazie allo stimolo iniziale della Task Force Ferpi e il successivo impegno del gruppo di lavoro, rappresenta un punto cruciale nella riflessione sulla comunicazione, sul ruolo dei comunicatori e sull’impegno dell’associazione nel caso di disastri naturali.

Volendo identificare tre fasi si possono appunto definire questi tre ambiti:

  1. In un primo momento la riflessione si è soffermata su come la comunicazione vada correttamente utilizzata in casi di emergenza, anche nel caso di catastrofi ambientali (più corretto rispetto a naturali, come spesso suggerito da Toni Muzi Falconi).
  2. Successivamente ci si è soffermati su quanto la comunicazione e le relazioni pubbliche potessero incidere nella reazione e nella ricostruzione di un territorio e di una comunità in caso di disastro.
  3. Quindi in una fase più recente e matura siamo giunti alla Call To Action per la #ComunicazioneReponsabile che sta concretizzandosi nella Carta di Rieti con cui stiamo proponendo a comunicatori, Ferpi e altri stakeholder (giornalisti, manager e Pubblica Amministrazione in primis) una serie di linee guida da declinare sui rispettivi ambiti di pertinenza.

Stefano Martello, Dominico Pompili (Vescovo di Rieti) ed io siamo stati i curatori del testo CALL TO ACTION VERSO UNA COMUNICAZIONE RESPONSABILE NEI DISASTRI NATURALI, ma a breve saremo in grado di presentare al workshop del 13 giugno a Bologna (chi volesse partecipare può scrivere a ferpi.emiliaromagna@gmail.com) e al simposio internazionale di BledCom un’elaborazione avanzata che si concretizzerà in una vera e propria mappa concettuale con le linee guida, realizzate grazie all’intervento di partner insostituibili come ad esempio Sergio Vazzoler.

Per  portare avanti l’idea di una #ComunicazioneResponsabile e aiutare chi purtroppo si troverà ad affrontare i prossimi disastri naturali e ambientali in Italia e all’estero, avremo bisogno di tutti i colleghi, soci Ferpi, amici e stakeholder che vogliono incidere positivamente sulla (e con la) professione. Il cammino è ancora lungo, ma siamo a buon punto.

2019. PRopositi per una Comunicazione Responsabile. #2: Ascolto

#Ascolto & #AscoltoOrganizzativo &  #Askolto.

Nel 2017 e 2018 con Ferpi Emilia-Romagna abbiamo affrontato un ricco percorso sull’#AscoltoOrganizzativo insieme a colleghi e professionisti provenienti da altri settori:

Toni Muzi Falconi, Emilio Galli-Zugaro, Jim MacNamara, Federico Capeci, Giovanna Cosenza, Marianella Sclavi, Medipragma, Oxfam, Cesvot, e altri ancora, insieme all’immancabile Stefano Martello.

Una survey sui soci emiliani, tre tappe principali culminate nel corso formativo accreditato Ferpi di giugno, una campagna di sensibilizzazione sul tema insieme a Comm To Action, hanno destato molta attenzione e mi hanno convinto che il tema – oltre che essere riconosciuto come fondamentale – sia ritenuto un’urgenza su cui focalizzarsi.

Da decenni si parla di ascolto organizzativo (come dice TMF almeno fin dal modello Bernays) ma oggi nella società supercomunicativa, iperconnessa, supermonitorata, iperlistenizzata, proprio oggi ci rendiamo tutti conto di quanto sia necessario un ascolto attivo VERO, integrato al 100% nelle strategie di gestione delle relazioni con gli stakeholder, continuativo7multicanale/multistakeholder. Ce ne rendiamo conto noi comunicatori e abbiamo il compito di diffondere una genuina cultura dell’ascolto all’interno delle nostre organizzazioni, proprio per ridefinire il ruolo della comunicazione stessa, come già delineato negli Stockholm Accords, nel Melbourne Mandate e in Bulding Belief.

Quali strumenti e quali competenze per sviluppare l’AscoltoAttivo? Su questo punto il mio buon proposito 2019: vorrei impegnarmi, migliorarmi e cercare di diffondere consapevolezza.