I consumi mediatici (le diete mediatiche) dei nostri pubblici dovrebbero essere alla base della programmazione e della costruzione dei nostri piani di relazioni pubbliche, comunicazione ed engagement.
Tuttavia i cambiamenti e le tendenze nell’utilizzo dei media stanno evolvendo drammaticamente da qualche anno a questa parte e, soprattutto chi si occupa di relazioni con i media (l’ufficio stampa), dovrebbe essere in grado di utilizzare un approccio molto flessibile e in grado di recepire le mutate abitudini. Se assumiamo che sia ancora utile gestire le relazioni tramite i mezzi di comunicazione tradizionali (oltre ovviamente ai social e alla messaggistica) integrandoli in un media-mix complesso e continuativo, dovremmo però fare un serio ragionamento su quanto il processo di formazione dell’opinione pubblica sia ancora monitorabile o venga dato per scontato da assunti tardo-novecenteschi. La domanda chiave è: Come si forma l’opinione pubblica, o meglio come si formano le opinione pubbliche?
I dati di Datamedia Hub su I consumi Mediatici degli Italiani dal 2007 al 2021 ci forniscono un’interessante e inevitabile spunto di riflessione, anche se non definitivo:

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