FERPI: Il Documento dei Delegati Regionali

Pubblico volentieri il documento redatto e sottoscritto da alcuni consiglieri nazionali e dai delegati regionali FERPI di Triveneto, Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna (il sottoscritto), e Piemonte perché penso che la sua diffusione possa arricchire il dibattito sui contenuti in vista della presentazione dei programmi elettorali. Le delegazioni e i delegati regionali hanno un diretto rapporto con i soci e il territorio: sentiamo la necessità di ri-focalizzare il dibattito sulle priorità che sentiamo dalla base dei soci.

FERPI, IL CAMBIAMENTO NECESSARIO 

Rev. 11.04.2018

In relazione al rinnovo degli incarichi associativi della prossima Assemblea di Milano, condividiamo il seguente appello per il ritorno alla FERPI della Professione e dei Territori.

Noi relatori pubblici, impegnati nella gestione delle relazioni con gli stakeholder delle organizzazioni pubbliche e private, siamo costruttori di piattaforme di comunicazione e ascolto, creiamo brand, organizziamo eventi, rappresentiamo interessi, gestiamo risorse e promuoviamo un approccio sostenibile, etico e responsabile.

Per noi i pilastri della comunicazione sono ascolto e condivisione. Questo il vero significato di “Associazione”.

1. PER TORNARE AD ESSERE RAPPRESENTATIVI

Vorremmo una Ferpi capace di rappresentare veramente le istanze dei professionisti della comunicazione e delle relazioni pubbliche non solo fra i professionisti ma nel dibattito pubblico complessivo del nostro Paese; una Ferpi presente sui media, nei dibattiti pubblici e nei contesti istituzionali, per evidenziare il ruolo che ci è proprio e per dare valore al sistema paese.

Un’associazione che esprime posizioni su temi centrali per la nostra professione, che guida il dibattito, e non lo subisce, su tematiche come il riconoscimento della professione – dalla legge 4/2013, alla revisione della norma UNI e nel rispetto delle direttive UE – alle conquiste di pari opportunità di accesso al mercato della PA, alle modifiche della legge 150/2000 sui comunicatori nella PA, fino ai grandi temi della previdenza INPGI e dei contratti nazionali di lavoro in grado di valorizzare la figura del relatore pubblico e del comunicatore professionista.

Senza tralasciare i temi centrali come l’etica e la deontologia professionale, che rappresentano una responsabilità civica, prima che professionale.

Per questo crediamo che la Ferpi debba rinnovarsi, per ritrovare la propria ragion d’es-sere nella rappresentanza di quella comunità di professionisti attivi sui diversi fronti della professione: dalla comunicazione d’impresa alla rappresentanza di interessi, alla gestione dei processi relazionali nella PA; dal ruolo strategico della comunicazione al governo degli ambienti digitali, alla consulenza strategica d’immagine e branding.

2. PER TORNARE A PENSARE

È parecchio tempo che manca un chiaro posizionamento di Ferpi su diverse tematiche, frutto soprattutto della mancanza di un “Centro Studi” che rifletta su tali elementi. E’ naturale che non si possano improvvisare contenuti o posizioni, ma è necessario fare leva sulle competenze professionali della nostra associazione, metterli a fattor comune, ed elaborare idee e proposte.

L’idea di realizzare un comitato scientifico permanente di saggi – anche esterni, va proprio in tale direzione – un luogo dove nostri esperti, anche attraverso l’interazione con realtà esterne alla nostra associazione (università, aziende, comunità internazionali) possano elaborare idee innovative e fornire linfa per il dibattito relativo ai grandi temi legati al nostro mondo (Trasformazione Digitale, Sostenibilità, Resilienza, ecc..)

3. CON I TERRITORI E LE PERSONE

I Territori rappresentano l’asse portante della più antica associazione di relatori pub-blici italiana. È qui che si costruisce quella condivisione di esperienze continue tra i soci che rafforza la cultura delle relazioni pubbliche; sono i territori a percepire per primi le
istanze e i bisogni delle Persone, donne e uomini, che affrontano le sfide e le incertezze della professione.

Occorre dar voce alle realtà periferiche dell’Associazione ed alle sue persone in una logica di connessione organizzativa fra i territori e il centro, per ascoltare e connettere, per comprendere i cambiamenti in corso e anticipare quelli futuri. Un ascolto e un’attenzione che negli ultimi anni abbiamo avvertito senza quella indispensabile intensità e continuità necessaria a costruire le condizioni per un vero rilancio dell’Associazione in tutto il territorio nazionale.

Occorre mettere le delegazioni in condizione di poter avere strumenti di ingaggio e con-fronto con le istituzioni territoriali di competenza e poter presentare loro le nostre posizioni sui vari temi che riguardano la professione. Solo con un forte dialogo con gli altri soggetti territoriali, possiamo costruire un’associazione ancora più autorevole e riconosciuta.

4. CON UNA GOVERNANCE CHIARA E PARTECIPATA

Ad oggi, il Consiglio Nazionale (Costituito da 14 rappresentanti) prevede la partecipazione SOLO di 4 delegazioni territoriali (quelle elettive: Lazio, Lombardia, Emilia Romagna e Tri-veneto).

Riteniamo che sia invece necessario coinvolgere tutte le realtà, per aumentare il senso di appartenenza, intercettare il fabbisogno delle realtà territoriali ed intervenire per rafforzare, ove necessario, la nostra presenza. Questo garantirebbe una maggiore coesione associativa e la capacità di fare maggiore sinergie e lavoro di squadra, e soprattutto consentire a tutta l’associazione di muoversi nello stesso solco politico programmatico, con maggiore determinazione ed efficacia.

I territori devono tornare a essere rappresentati negli organi decisionali della Ferpi, perché dai territori riteniamo possa nascere la nuova classe dirigente dell’Associazione.

5. BILANCIO SOSTENIBILE E QUOTA ASSOCIATIVA

E’ utile ricordare che, nonostante i tanti ingressi in questi in anni, il saldo totale della nostra associazione è in continuo declino (eravamo in 900 ad inizio mandato – ora in circa 750). Ri-teniamo che vada fatta una riflessione seria e capire quali le ragioni di tale distacco, peraltro in molti casi a favore di altre associazioni.

Per tale motivo, sarebbe utile ascoltare “il grado di soddisfazione da parte dei soci” in rapporto alla quota associativa, anche se l’elevata quota di morosità sembra evidenziare un dato inequivocabile.

Sarebbe allora importante capire come aumentare i servizi verso i soci (a quota invariata) o ridurre i costi di gestione per ridurre la quota annuale.

Tra i servizi che ci vengono richiesti si ricordano: Monitoraggio bandi, Monitoraggio finanziamenti, Formazione/consulenza/strumenti accesso a finanziamenti europei e progetti transnazionali, Database giovani comunicatori per favorire l’accesso al mercato e la mobilità intersettoriale. E’ utile inoltre ricordare che oggi gli introiti dell’associazione sono per il 97% basato sulle nostre quote associative e che per l’80% di questi soldi (voci in uscita) coprono soltanto i costi di gestione (1 sede, personale, spese di rappresentanza) e solo il 12% per attività istituzionali. Per le sedi territoriali, asse portante delle attività dell’associazione, è previsto un ammontare pari al 4% del budget disponibile. Il che significa, che tutte le attività del territorio sono realizzate solo attraverso il lavoro significativo delle delegazioni.

Può un’associazione con questo modello rimanere sostenibile senza un cambio di passo nei servizi erogati? Può sostenersi una realtà che si finanzia solo con i soldi dei soci (peraltro in continuo declino)?

6. FEDERALISMO FISCALE

Anche per consentire una maggiore capacità di intervento sul territorio, è necessario im-maginare una distribuzione diversa del budget associativo.

Consentire alle delegazioni territoriali un meccanismo che possa permettere di trattenere una parte della quota degli associati iscritti sul territorio. Tale distribuzione, avverrebbe in un contesto più ampio di perequazione, per calmierare le grosse differenze tra le varie realtà territoriali, in un sistema dove la delegazione più grande offre anche un contributo alle delegazioni più piccole per consentirne un minimo di attività.

7. INIZIATIVE ED EVENTI

Occorre ridare forza ai grandi momenti di visibilità di Ferpi, rilanciando le iniziative tra-dizionali e rafforzando le nuove esperienze che – ancora una volta – i territori in autono-mia promuovono (come nel caso di InpiringPR). Devono diventare patrimonio dell’associazione intera e non attività del singolo territorio e, perché no, prevedendo anche un sistema premiante per le delegazioni che hanno contribuito di più, proprio per far sentire il contributo di tutti.

Lo stesso meccanismo e approccio potrebbe consentire il rilancio dell’Oscar di Bilancio, per diffondere il reale valore del reporting integrato e del ROI della comunicazione in generale. In Italia manca una vera conferenza annuale sulle Relazioni Pubbliche di livello nazionale (e internazionale) che, anche in collaborazione con altri soggetti rappresentativi della comunicazione, possa diventare l’appuntamento di riferimento della professione.

8. FORMAZIONE PROFESSIONALE

E’ necessario ristrutturare il sistema della formazione interna con grande dedizione realizzando una reale formazione di altro profilo, al passo con i tempi e partendo dai bisogni dei territori, realizzando un numero maggiore di corsi più prossimi alle sedi delle delegazioni e sia ricorrendo alle nuove tecnologie (webinar, formazione on line). Ciò consentirebbe una formazione più partecipata e una riduzione dei costi, sia per la realizzazione e sia per i soci (meno spostamenti per raggiungere Roma e Milano e possibilità di usufruire dei corsi fuori orario di lavoro, evitando permessi dall’ufficio e dalle proprie attività).

Una formazione gratuita che – come proposto da alcuni soci – sia orientata a programmi di valore, per sviluppare un sistema di accreditamento a più livelli, ad esempio introducendo crediti formativi anche per alcune attività territoriali, utili al conseguimento della certificazione professionale prevista dalla legge 4/2013.

Sarebbe altresì utile fare leva sul patrimonio di professionalità interne all’associazione – sono tanti i colleghi che hanno esperienze in vari specializzazioni professionali e sarebbe un valore metterle a disposizione dei soci più junior.
Occorre sollecitare i soci a effettuare docenze soprattutto sulle competenze e gli ambiti specifici in cui operano: abbiamo soci che insegnano in molte università italiano, che ope-rano nel settore pubblico, nelle forze armate, nei porti, nella logistica, nell’editoria, nelle re-lazioni internazionali… l’elenco è infinito. Molti sono ambiti cruciali nell’evoluzione econo-mica del paese: dagli accordi Italia-Cina, alla web tax, alla rivoluzione del commercio, ecc.

9. LA PRESENZA INTERNAZIONALE

Ferpi dovrà tornare ad essere presente nella comunità internazionale delle Relazioni Pubbliche, riprendendo e incrementando gli scambi con Euprera, Global Alliance, le altre associazioni nazionali, le altre associazioni internazionali delle RP, eventi come BledCom e rinnovando la partecipazione ai programmi di ricerca e/o gruppi di lavoro/pratica come accadde con gli Stockholm Accords o il Melbourne Mandate.

Il valore dello scambio e della riflessione che avviene in ambito internazionale rappresenta un elemento di crescita per i nostri soci ed un fattore differenziante rispetto ad altre associazioni di comunicatori, limitate solo al contesto italiano.

10. I GIOVANI ED IL FUTURO

Crediamo che il rilancio dell’associazione passi attraverso due azioni che riguardano un mondo oggi distante rispetto alla nostra platea associativa: i giovani.

La prima è il rilancio di UNIFERPI – tornare nelle Università per dialogare con le nuove leve e costruire la consapevolezza rispetto al futuro della professione e delle opportunità. La seconda, trovare la modalità per coinvolgere i tanti neolaureati in attesa di accedere nel mondo del lavoro, che possono trovare nel nostro mondo, un compagno di viaggio per l’approdo professionale.

Siamo convinti che l’autorevolezza di un’associazione si fondi sulla capacità di rappresentanza, sulle competenze e su relazioni istituzionali solide e costruttive. Siamo convinti che un’associazione storica come la Ferpi debba essere in grado di interpretare e rappresentare le dinamiche evolutive della professione, e ciò è possibile solo dando voce ai soci di tutto il territorio, ascoltando proposte ed esperienze di tutti, del singolo professionista così come del manager d’impresa.

CONCLUSIONI

La prossima Assemblea di Milano del 22 giugno rappresenterà un momento importante per la nostra Associazione. Per i soci deve essere l’occasione di partecipare a un grande dibattito sul futuro della professione e sui problemi legati alla trasformazione dei processi comunicativi e relazionali.

Per la Ferpi deve rappresentare l’occasione per sottolineare quel rilancio necessario a coinvolgere i professionisti delle RP, i mestieri della creatività, la cultura di agenzia, i comunicatori pubblici, l’importante platea dei free-lance e i giornalisti in cerca di futuro. E per far questo occorrerà lavorare tutti insieme verso quel comune obiettivo di crescita e sviluppo di una FERPI forte nei territori e autorevole sul piano del dibattito pubblico nazionale.

Per questo motivo i delegati di Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta e Triveneto lanciano insieme questo appello al cambiamento, all’unità e al recupero della centralità della professione del relatore pubblico e dei territori.

Un ap-pello che consideriamo espressione della volontà di molti dei soci che quotidianamente incontriamo e che auspichiamo possa essere recepito e raccolto dai candidati che vorranno presentarsi.

I territori qui rappresentati hanno deciso di lavorare insieme, unire la propria voce per sostenere un percorso condiviso, nell’auspicio che si apra un momento di grande confronto pubblico capace di portare a un candidato rappresentativo di tutta l’Associazione e che abbia nel ritorno alla centralità della professione e dei territori la propria visione programmatica.

È tempo di tornare a “costruire” la Ferpi del futuro, autorevole, inclusiva e connessa.

Firme (in ordine alfabetico)

Giuseppe De Lucia (socio Ferpi Delegato Lazio)

Fabio Famoso (socio Ferpi Consigliere Nazionale)

Eliana Lanza (socio Ferpi Consigliere Nazionale)

Liliana Malimpensa (socio Ferpi Delegato Piemonte V. d’Aosta)

Filippo Nani (socio Ferpi Consigliere Nazionale)

Biagio Oppi (socio Ferpi Delegato Emilia Romagna)

Alessandro Papini (socio Ferpi Delegato Lombardia)

Federica Zar (socio Ferpi Delegato Triveneto)

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